L’intelligenza artificiale, più comunemente nota come AI, mette in discussione il diritto d’autore? È una domanda che gli specialisti stanno considerando da tempo. Infatti, l’uso di IA come ChatGPT, Dall-E 2, Stable Diffusion e MidJourney, solo per citarne alcune, è ormai esponenziale e quasi inevitabile. Tuttavia, il loro utilizzo solleva una serie di questioni legali.
Copyright: definizione
Il diritto d’autore è soggetto al Codice della Proprietà Intellettuale ed è suddiviso in due rami.
- I diritti morali, che sono detti imprescrittibili e non trasferibili, riguardano il rispetto del nome e dello status dell’autore e della sua opera.
- Il diritto economico riguarda lo sfruttamento commerciale dell’opera per una durata massima. Pertanto, 70 anni dopo la morte del titolare del diritto d’autore, tutte le sue creazioni cadono nel cosiddetto pubblico dominio.
Il diritto d’autore consente a tutti i creatori di controllare l’uso delle loro opere e conferisce loro diritti esclusivi in tutti gli ambiti: riproduzione, distribuzione, rappresentazione e modifica.
Secondo l’articolo L 111.1 del Codice della Proprietà Intellettuale: “L’autore di un’opera dell’ingegno gode di un diritto esclusivo di proprietà incorporea su tale opera, per il solo fatto della sua creazione, opponibile a tutti”. Il diritto d’autore protegge molte forme di creazione: opere letterarie (romanzi, poesie, articoli), opere artistiche (dipinti, sculture, fotografie), opere musicali, film, software e molte altre.
In Francia non è richiesta alcuna dichiarazione formale. Un’opera viene automaticamente attribuita al suo creatore. Tuttavia, in caso di rivendicazioni multiple, le autorità competenti dovranno verificare l’anteriorità del possesso. Chi può dimostrare la data più remota sarà considerato il proprietario. Per questo motivo è importante “registrare” un’opera con un deposito certificato e datato, tramite l’INPI.
Infine, il termine “copyright” è l’equivalente anglosassone del diritto d’autore in Francia.
Le sfide affrontate dagli avvocati nella gestione dell’IA e del copyright
Un’opera protetta da questi diritti d’autore può essere utilizzata da un’IA senza autorizzazione? E, viceversa, una creazione originale generata da un’IA può essere protetta legalmente?
Uso di dati protetti da copyright
Le IA possono essere utilizzate per generare automaticamente contenuti, come articoli di giornale, musica o opere d’arte. Quando tali contenuti vengono creati, può sorgere il problema della proprietà del copyright.
Se l’IA viene utilizzata da un individuo o da un’organizzazione, questi può rivendicare il diritto d’autore sui contenuti prodotti. Tuttavia, se l’IA viene utilizzata autonomamente, senza un significativo intervento umano, l’attribuzione del copyright può essere più complessa. La capacità dell’IA di riprodurre in modo rapido ed efficiente tali contenuti può aggravare il problema della contraffazione e della pirateria.
Inoltre, l’addestramento di un modello di IA può richiedere la manipolazione di grandi quantità di dati protetti da copyright, come testi, immagini e clip audio. L’utilizzo di questi dati senza autorizzazione potrebbe potenzialmente violare il diritto d’autore, ossia essere considerato un atto di contraffazione mediante riproduzione (articoli L. 122-1, L.122-3, L.335-3 del Codice della proprietà intellettuale francese).
Opere create dall’IA
Al contrario, una creazione originale di IA non è protetta. In effetti, lo status delle opere create dall’intelligenza artificiale è particolarmente oscuro, poiché non si ritiene che siano state concepite da un essere umano. In quanto tali, sarebbero automaticamente di dominio pubblico, il che pone un problema alle aziende che le rendono disponibili dopo aver investito milioni nei loro sistemi di IA.
Alcuni Paesi hanno deciso diversamente. Nel Regno Unito, ad esempio, la legislazione è chiara: nel caso di un’opera letteraria, drammatica, musicale o artistica creata per mezzo di un computer, la persona che ha compiuto i passi necessari per creare tale opera sarà considerata il suo autore.
L’interazione tra IA e diritto d’autore solleva complesse questioni legali ed etiche. L’esplosione della potenza di calcolo dei computer fa sì che la differenza tra un'”opera dell’ingegno” e un’opera artificiale sia ormai difficilmente distinguibile.
Il lavoro degli avvocati deve concentrarsi sul monitoraggio e sull’adattamento delle leggi sul diritto d’autore per tenere conto dei progressi tecnologici. Allo stesso tempo, dovranno trovare un equilibrio tra la protezione dei diritti dei creatori e la promozione dell’innovazione nel campo dell’IA.
La legislazione sul diritto d’autore in generale, e con l’uso dell’intelligenza artificiale in particolare, dovrà probabilmente reinventarsi. Un lavoro fondamentale è già in corso in tutto il mondo.
Il dibattito dovrà concentrarsi sulla possibilità di un ritorno sugli investimenti per le aziende che utilizzano questa tecnologia, e non solo sulla sfida al copyright posta dall’intelligenza artificiale.